Okó: come faccio accadere le Cose?

Okó è l’archetipo/divinità dell’ agricoltura.

Egli risponde alla misteriosa domanda

” Ma come si fa a creare qualcosa dal nulla? “

Poco riconosciuto nel Candomblé brasiliano, ma fondamentale in tutte quelle regioni dove il rapporto con la terra e l’alimentazione sono alla base delle priorità quotidiane.
Africa e Cuba lo riconoscono come uno dei più potenti ed importanti Orisha.
Ha un doppio aspetto, un aspetto sommerso e un aspetto emerso.

L ‘aspetto sommerso è quello che lavora con la profondità della terra, fino alla terra umida, sede dell’energia dell’ Orisha Nanà Buruku.

L’aspetto emerso invece è quello che lavora con il cielo. Va in contatto con un Olodummare e Obatallà.

Dicono essere figlio di Obatallà e Yemanja. Proprio per questo avendo come papà e mamma due Orisha così assoluti , ha avuto una missione da parte di Olodummare, di trovare il segreto del seme e della semente.

Riesce a lavorare dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso.
Ha bisogno per poter essere efficace, poter compiere appieno la sua missione, della forza di Ogun.
Difatti comune è Ogun che ha aiutato a forgiare gli strumenti perché poi l’agricoltore o meglio l’archetipo dell’agricoltore possa essere efficace .

Okó rappresenta, sul piano materiale , sicuramente il grande mistero della semente. Egli e’ La grande domanda che potrebbe essere riassunta in quel proverbio popolare che ci chiede: se viene prima l’uovo o la gallina.
Difatti come fece Okó a trovare la semente per fare crescere alberi e cereali se non aveva vegetazione prima?
Questa era la domanda con la quale, nella leggenda, okó si aggirava, per l’ ayé, la terra, cercando una soluzione.

L’unica risposta che trova è che per Olodummare niente è impossibile, quindi possiamo anche trovare sementi senza alberi.

Per questo vi allego il link alla pagina YouTube.

Su di un piano più sottile, l’energia di Okó ci aiuta a lavorare sulla nostra semente interna e sulla capacità di germinare, di seminare e raccogliere i nostri frutti.

Prima il seme delle nostro idee, poi devo trovare difatti un terreno interiore fertile, per poter piantare.

Abbiamo bisogno dell’energia penetrativa di Ogun, di un aratro interiore, perché il seme deve arrivare fino alla terra “molle”, cioè alla parte più intima e contemporaneamente fertile della nostra essenza.

Ma cosa sono questi simboli?
Okó racconta in realtà come avviene il potere della creazione interiore.
Nello slancio fiducioso, riceviamo dall’universo (Olodummare) dei semi: idee, progetti, propositi, intuizioni, premonizioni, intenzioni, benedizioni, sogni. Apparentemente potrebbero anche essere davvero impossibili da realizzare. ( Piantare alberi senza avere i semi) ma nello slancio di fiducia totale niente è impossibile.

Attraverso la forza di Ogun possiamo scavare e introdurre queste percezioni fino alla nostra parte più vulnerabile dove le emozioni profonde (l’acqua di Nanà) si mischiano al seme e l’avvolgono per custodirlo.
Dopodiché sarà la pioggia di Oshumare e il sole di Olorun che ci penseranno, nel totale abbandono e fiducia.
È come se nostro è solo il momento dell’impianto, una volta ” scaricata l’idea” dobbiamo solo “zapparci” dentro e piantarla. Subito dopo affidarci alle forze più grandi, perché il seme cresca. Sempre serbando in grembo il seme del nostro progetto, che non può essere dimenticato.

In questo passaggio misterioso, di come poi l’idea diventi progetto e poi realizzazione, okó si mostra come il grande potere da venerare, per ricordare il suo nome e la sua capacità. Di fronte al mistero della creazione Okó è la guida.

Noi qui nel centro di sperimentazione e risveglio ispirato al culto degli Orisha onoriamo Okó con due cerimonie all’anno. Una nel momento della semina ( marzo/aprile e uno nel momento della raccolta. Ottobre-novembre). Siete tutti invitati.

Ashe oooo.

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