
Dall’ultimo articolo del 16 maggio 2019, mi sembra sia passata una vita.
La sensazione é di essere trascinato all’interno di un turbine dove la direzione è scelta da Altri.
Un meraviglioso viaggio attraverso nuove prospettive (?).
Eccomi qua, mi hanno dato un nome Olobokam Aboni Aroni (ni Yezan).
Mi hanno ridipinto ritualmente, nuovamente, dopo l’Africa 2001. Dopo Brasile 2004. Adesso un cubano 2019, che ha vissuto 44 anni in Africa, andando e tornando come capitano di barca (come piace raccontare a lui).
Mi fermo a parlare di lui.
Qui nella foto..
Alawowo. Nome completo…
Un uomo di 67 anni, come molti cubani ne dimostra molti meno. Fuma qualsiasi cosa, basta che sia forte. La cosa preferita è la pipa, con tabacco nero, aromatico e dolce. Molto buono per chi è intorno.
Gentleman, acculturato, elegante, viaggiatore, conosce diverse lingue: spagnolo, inglese, portoghese, cicciricú ( lingua pigmea? Fatta di strani gesti sotto le ascelle e qualche verso monosillabico).
Sì veste come un africano del Benin, porta bubù pregiati con stoffe raffinate e spesso coordinate con Foulard e anelli preziosi. E credetemi in Benin non è scontato.
Parla poco, con un timbro grave, spesso senteziando.
Sintetico.
La cosa che mi ha colpito subito sono gli occhi verdi. Ma non è il colore. É come il colore é distribuito nell’iride. Forma dei disegni neri e marroni che sembrano delle scritture preistoriche.
Arriviamo al giudizio.
Dopo 20 anni di conoscenze di sacerdoti, pai di santo, tata nganga, paleros, morteiros, Oluwos, babalawos, ogans, hunnongans, curanderi, pajé, ciarlatani, improvvisati, re di regioni mai più esistite… ( ricordo un famigerato re di Ketou, morto l’anno scorso), insomma dopo tutti direi che Alawowo mi ha colpito.
Innanzitutto la semplicità. Poche parole diritte in faccia. Pochissimo tempo sprecato. Una dignità assoluta. Asciutta. Rigida a volte, ma pura. Ogni cosa davvero importante, si decide davanti all’oracolo.
Ma la cosa che mi ha fatto decidere è stata la maniera di aver risolto un misunderstanding con il denaro.
La sua risposta è stata ” lascia perdere, non voglio che tu credi che Alawowo é come gli altri.. So che è un problema per te. Lascia stare”.
Sembra banale.
Non lo é. Sopratutto nel culto degli orisha o delle divinità afroamericane, la connessione tra denaro e spiritualità rende il praticante schiavo. Qualunque praticante a qualunque livello.
In particolare, all’interno delle persone che hanno un potere collegato all’oracolo, qualsiasi esso sia, la mescla tra energia del denaro e energia spirituale riduce la possibilità di comprendere.
In poche parole chi è venuto a consultare, non capisce più se ” é il denaro che parla o le divinità”.
Questo accade perché, senza entrare troppo nei dettagli del culto, l’oracolo indica anche le operazioni da compiere post consulta. Pulizie energetiche e libagioni sono a pagamento.
C’è un detto interessante per questo in Brasile ” a divinitade cobra dinero “.
Dietro questo punto, si può trovare o qualcuno che ricorda con questo detto l’impegno e il carico energetico del sacerdote oppure qualcuno che avendo bisogno di denaro ” si inventa” che la divinità chiede, vuole, sarebbe meglio ecc ecc..
È difficile in questo caso sapere se è la divinità o chi sta manipolando l’oracolo..
Bene, questo è stata la storia fin qui. ( Brasile, Africa, Cuba.. Sono pieni di questa robaccia! ).
Torniamo a Alawowo: diverso.
Pulito. Direi. L’unico modo per uscire da questo giochino ‘tra dio e mammona’ è o avere un altro lavoro che sia sufficiente per vivere oppure avere una dignità affrancata dal denaro, tale da non cadere nella facile trappola. Siamo in questo secondo caso per Alawowo.
Quindi sono passato dall’altra parte: da semplice osservatore, che stava unendo i puntini di una lunga storia, a Olobokam..
Ma questa è una storia che racconto dopo.
Com’è accaduto qui sotto.
http://oriluz.blogspot.com/2019/08/o-culto-de-yezam-atravessando-fronteiras.html?m=1