ỌBÀ

ỌBÀ è la passione che acceca, la devozione sconfinata, la fedeltà all’Essere amato. E’ un fiume turbolento che taglia la Nigeria, come l’amore che taglia il cuore.

Moglie più vecchia di Ṣàngó, ỌBÀ è la sintesi della donna matura che si vede respinta da qualcun altro.

E’ cacciatrice e guerriera instancabile. Utilizza l’arco, la freccia, la spada. Non si umilia, non si abbatte, ma vuole ripararsi.

ỌBÀ governa le acque agitate di fiumi, le cascate, le inondazioni, le passioni.
ỌBÀ si trova nella gelosia, nella furia femminile, nel dolore di un amore perduto.

Il fiume ỌBÀ oggi attraversa Ọ̀yọ́.
Abbondante, rumoroso, pericoloso. Fornisce acqua e minacce a chi non sa nuotare nelle sue acque del mistero.

ỌBÀ è la Signora del lato sinistro del corpo. E’ incompresa, enigmatica.
Matura, è la Signora che partecipa alla società segreta delle donne.
E’ la madre degli Àbíkú.

Il suo culto è originario della città yoruba città di Elẹkò, ma si diffuse in tutto il mondo. Dove c’è la passione, c’è Ọbà.
Dove c’è la donna sofferente, Ọbà  andrà a proteggerla.
Ọbà ṣiré! (Festeggiamo Ọbà!).

Fonte: Serie “ORIXA – CASA DE OXUMARE”

Pierre Verger: Oba

Oba in Africa

Divinità del fiume dallo stesso nome, fu la terza moglie di Shango.
Anche lei, come le due precedenti mogli Oya e Oshun, ebbe dei rapporti con Ogun, se si deve dare credito ad una leggenda che ci dice che: “Obà era un orishà femmina molto potente e fisicamente ben più forte di molti orishà maschi.
Oba aveva sfidato e vinto successivamente in una lotta Oshala, Shango e Orunmila. Quando venne il turno di Ogun, questi, consigliato da un “babalwo”, fece un offerta di mais e – gombo -??, che pestò in un mortaio per formare una pasta vischiosa che poi sparse per terra nel punto dove avrebbe avuto luogo il combattimento. Durante la lotta, Oba scivolò su quella pasta e Ogun ne approfittò per atterrarla e possederla immediatamente.”
In seguito, quando Oba diventò la terza moglie di Shango, nacque una forte rivalità tra lei e Oshun, quest’ultima era giovane ed elegante, mentre Oba era più anziana e indossava dei vestiti fuori moda; di questo non se ne rendeva conto convinta com’era di poter monopolizzare l’amore di Shango.
A questo scopo, cercava sempre di scoprire i segreti delle ricette di cucina utilizzate da Oshun, quando questa preparava i pasti per Shango.
Oshun, infastidita, pensò bene di giocarle un brutto scherzo e così, un bel giorno, disse a Oba di andare un po’ più tardi ad assistere alla preparazione di un piatto che, disse ella, non senza malizia, faceva meraviglie in quanto a Shango, il loro comune marito. Nel momento convenuto arrivò Oba: Oshun si era annodato intorno alla testa un foulard che le nascondeva le orecchie e intanto faceva cuocere una zuppa dentro la quale nuotavano due funghi.
Oshun glieli mostrò dicendo che erano le sue orecchie che lei si era tagliate e messe a cuocere nella marmitta, aggiungendo che questo piatto faceva andare pazzo Shango. Ben presto arrivò Shango, si mangiò con molto gusto la zuppa con i funghi e si ritirò, come sempre galante e premuroso in compagnia di Oshun.
La settimana seguente, venne il turno di Oba di prendersi cura di Shango; così, avendo deciso di mettere in pratica la meravigliosa ricetta, si tagliò un orecchio e lo fece cuocere nel brodo destinato a suo marito. Questi non provò alcun piacere nel constatare che Oba si era tagliata un orecchio e trovò ripugnante il piatto che lei gli stava per servire. Oshun apparve in quel momento, si tolse il foulard mostrando che le sue orecchie non erano state tagliate ne tantomeno divorate da Shango.
Oshun si divertiva a prendersi gioco dì quella credulona di Oba che, furiosa, si precipitò sulla sua rivale. Ne seguì una battaglia in piena regola: Shango si infuriò e si mise a tuonare con forza.
Oba e Oshun spaventate fuggirono e si trasformarono in fiumi che portano il loro nome. Alla confluenza delle loro acque, i flutti sono molto agitati, in conseguenza, dicono, della loro rivalità causata dall’amore per Shango.
Si sa di una leggenda a proposito di Oba (qualche volta attribuita ad Oshun) basata su un gioco di parole dove si dice che: “il re di Owu che andava ad una spedizione di guerra, dovette attraversare il fiume Oba con la sua armata. Il fiume era in epoca di piena e le sue acque erano così tumultuose che non era possibile passare. Il re fece allora una promessa solenne, formulata in maniera maldestra.
Aveva dichiarato che. se Oba avesse consentito di abbassare il livello delle sue acque per lasciarlo passare con tutta la sua armata e se lui avesse riportato una vittoria in quella guerra, egli avrebbe offerto delle cose buone – nkan rere -.
Ora, egli aveva per moglie una figlia del re di Ibadan che portava il nome di “Nkan”. Le acque si abbassarono, il re di Owu attraversò il fiume e tornò vittorioso con un considerabile bottino. Arrivato sulla sponda del fiume Oba, lo trovò nuovamente in piena. Il re offrì tutte le buone cose – nkan rere – promesse: stoffe, conchiglie, buoi, schiavi, cibi, ma il fiume rifiutava tutte quelle cose.
Era “Nkan” la moglie del re che Oba esigeva. Il re di Owu fu costretto a passare da quel punto, così gettò la moglie “Nka” in acqua. Ma lei era incinta e partorì sul fondo del fiume; questo rigetto il neonato dicendo che solo “Nkan” era stata offerta e non il bambino. Le acque si abbassarono e il re, tristemente se ne ritornò nelle sue terre. Il re di Ibadan appresa la sorte capitata alla figlia, indignato dichiarò che non aveva dato sua figlia in sposa perché servisse da offerta ad un fiume e, così, fece la guerra a suo genero, lo vinse e lo scacciò dal suo paese”.

Oba nel Nuovo Mondo

Quando Oba appare in un “candomblé” Brasiliano, sul corpo di un suo iniziato, un turbante è annodato sulla sua testa per nascondere una delle orecchie, in ricordo della leggenda che abbiamo appena riportato. Se Oshun cade in transe nel medesimo momento, la tradizione vuole che le due divinità incarnate cerchino di combattersi ed è necessario intervenire per dividerle.
La danza di Oba è battagliera, lei reca in una mano una spada, e dall’altra uno scudo. Le si offrono capre, uccelli e volatili della Guinea.
A Oba è assimilata Santa Caterina, ma ci sono tante Sante Caterine e non si sa se si tratti di quella di Alessandria, Bologna, Genoca o di Siena.

Archetipo

L’archetipo di Oba è quello delle donne valorose e incomprese; le loro tendenze un po’ virili le fanno spesso volgersi ad un femminismo attivo.
Le loro attitudini militanti e aggressive sono una conseguenza di sfortunate ed amare esperienze sentimentali vissute. I loro insuccessi in amore sono spesso causati dalla loro morbosa gelosia, ma trovano spesso compensazione alle frustrazioni subite con il successo nella gestione dei loro beni materiali che non sono assolutamente disposte a perdere.

Fonte: orixaspierreverger.pdf