Egun

Per gli Yoruba la morte non era il punto finale della vita, perché credevano nella reincarnazione e nella conseguente rinascita in uno dei propri discendenti.
Per loro non esisteva il concetto di paradiso, inferno o purgatorio, conforme alla tradizione Cristiana. La morte è contenuta nella concezione stessa della vita ed entrambe sono inseparabili. La vita e la morte si alternano in cicli, riportando i morti al mondo dei vivi, reincarnandosi in un nuovo membro della propria famiglia. Per loro esiste il corpo materiale (ARA), che con la morte si decompone reintegrandosi con la natura, e la parte spirituale, formata da varie parti riunite che hanno esistenza propria; Queste parti sono: Soffio vitale (EMI), Personalità (ORI), Identità Sovrannaturale, che collega la persona alla natura (ÒRÌSÀ PERSONALE) , Spirito (ÉGÚN).Le parti devono essere integrate in modo da formare la persona nel corso della vita, disperdendosi dopo la morte.
Gli ÉGÚN salgono ad ÒRUN, potendo ritornare reincarnati in uno dei propri discendenti.
Si possono adorare persone che in vita furono illustri o si distinsero nella comunità, invocandoli sugli altari o assentamenti preparati per l’ ÉGÚN (Spirito del morto).
I morti di sesso maschile fanno apparizioni, perché solo gli uomini mantengono l’individualità. Questi morti si rendono visibili, è la morte che viene sulla terra spiritualmente e visibile ai nostri occhi, “nasce” attraverso rituali e da sacerdoti (ÒJÈ) forniti di uno strumento utilizzato per l’invocazione chiamato IXÃ, che battuto per tre volte sul pavimento, insieme a parole e gesti rituali, fa sì che la morte ritorni ad essere vita. Si manifestano in forma umana, completamente coperti da strisce di lino multicolore; la loro voce è rauca, metallica, stridula e sono guidati e controllati dall’ IXÃ, perché non possono essere toccati. Gli APAARAKÀ sono ÉGÚN che non parlano e i loro abiti sono semplici, loro sono in fase di evoluzione. I BABA-ÉGÚN sono evoluti e con vestiti completi e voci liberate.