Enigma delle mestruazioni

Bagé (mestruazioni) è un grande tabù nel Candomblé, indipendentemente dalla nazione, casa di provenienza e denominazione, il Bagé è un periodo in cui la donna è con la sua energia centrale alterata, con gli ormoni alterati che influenzano l’umore e aumentano l’irritabilità, un periodo senza dubbio per alcune donne molto doloroso e scomodo; Impariamo dagli anziani che quando la donna è in Bagé non può partecipare ai rituali interni dell’Ile (casa), perché è sporca, impura e con l’energia influenzata dalle Eleyies (streghe), perché il Bagé è legato alle Yias; l’inganno è nel pensiero che le Eleyies siano solo negative e che danneggino i fratelli; le donne in questo stato non possono nemmeno preparare i cibi sacri perché l’Orisha non accetterebbe una tale offerta preparata da una donna Bagé!
Capisco e rispetto molto le tradizioni della nostra religione e quindi dobbiamo agire con rispetto per gli anziani che sono la nostra base storica e di resistenza tuttavia dobbiamo studiare, ricercare, analizzare le situazioni affinché la nostra religione evolva e non si fossilizzi.
Nel nostro corpo ci sono sette punti chakra (I chakra sono punti di intersezione tra i vari piani e attraverso di loro il nostro corpo eterico si manifesta più intensamente nel corpo fisico).
Partendo da questo principio vediamo che nella nostra cultura il punto di maggiore importanza è Orì (chakra della testa) e poi Okan (chakra del cuore); il chakra dei genitali è l’organo della “vita” ma è la testa il nostro organo principale e più importante poiché è nella testa che vive il nostro Dio individuale (Ori);
Ori è la divinità più importante che noi adoriamo ogni giorno è lui che sta sempre con noi, non ci abbandona mai, nemmeno nell’ora della morte, senza il consenso di Ori nulla può essere fatto.
Nel periodo mestruale (Bagé) alcune donne subiscono cambiamenti ormonali e di umore e a loro si raccomanda un periodo di riposo; ma se una Yalorixás o Yamoro, Yialaxé o donna con altri ruoli chiave per il buon funzionamento della casa non ne soffrono, allora non devono essere escluse dalle funzioni perché solo i loro genitali o Chakra (base pancia) Nome in sanscrito: swadhistana ha un energia differente.
Nel culto degli Orixas, per incantare il cibo, richiamare l’energia dell’ Orixa o energia ancestrale nel rituale del Bori utilizziamo il Chakra della radice, il Chakra del plesso solare, il Chakra del cuore, il Chakra della gola e il Chakra della Corona (Ori) questi devono essere in armonia; il chakra dei genitali ha a che fare con il nostro “io” intimo e non interferisce nei rituali sacri della Axe;
Dico questo non per sminuire i vecchio saggi ma al contrario la mia intenzione è solo di evolvere la nostra religione per onorarli;
Come si fa altrimenti quando un Yialorixá e la sua Yiajibona è in Bagé con uno Yiawo raccolto!? Si sospendono le cerimonie o si sostituiscono le Mae!?
Bisogna obbedire alle nostre tradizioni, ma abbiamo anche il dovere di avere il buon senso, la coerenza e il discernimento per correggere gli errori di persone che non avevano accesso alla conoscenza che oggi abbiamo noi nel comfort della nostra casa attraverso un computer, che hanno intrapreso a loro tempo azioni e adottato norme per il corretto funzionamento delle Ilés, ma che ad oggi non hanno più senso.

ITAN:

Secondo i Nago della tribù ìgbómìnà, Ìróko è un cacciatore per eccellenza e Ãbòyámã, sua sorella, l’essenza di una terribile strega (AJE).
Entrambi abitano gli alberi che portano i loro stessi nomi. Ogni volta che Ìróko usciva di notte, per cacciare gli animali, lasciava le carcasse già cacciate vicino all’ immensa apáòká che era in prossimità dell’ingresso della foresta. Non appena Ìrókò ripartiva e ricominciava la caccia, le Ìyá mi eléeiye si avvicinavano alle carcasse e bevevano tutto il loro sangue. Era così ogni volta che Iroko andava a caccia.
Ãbòyámã, ogni volta che Ìróko tornava dalla caccia con animali completamente senza sangue, chiedeva: “come mai porti solo animali senza sangue per nutrirci?”
Ìróko le rispondeva allo stesso modo tutti i giorni: “Questo non ti riguarda. Smetti di essere curiosa e preoccupati degli affari della casa, piuttosto che interessarti delle mie cose”.
“Questo lo dici tu. Io insisto sulla risposta ogni volta che ritorni dalla caccia.”
“L’acqua che non è da bere, lasciala scorrere.”
Davanti al tono secco del fratello, Ãbòyámã tacque, ma questa modalità stuzzicò ancora più forte in lei il desiderio di svelare questo enigma.
E così, appena Ìróko si addormentò, la sorella, fece tre piccoli fori nella borsa dove lui teneva tutti i suoi oggetti di caccia (APO-DOHO), e la riempì di cenere.
Il giorno seguente all’alba, Ìróko, senza sospettare di nulla, prese i suoi oggetti di caccia, li mise dentro la borsa e si diresse verso la foresta.
Ãbòyámã, che attendeva silenziosamente questo momento, diede inizio al suo piano e di nascosto cominciò a seguire la scia lasciata dalla cenere che era nella borsa contenente l’armamentario di caccia di suo fratello.
A pochi passi dall’ingresso della foresta, Ãbòyámã notò che Ìróko aveva lasciato la sua borsa ai piedi di un albero immenso e poi si era addentrato nella foresta, impedendo in questo modo a lei di seguirlo. Ãbòyámã non si scoraggiò.
Il desiderio di conoscere il mistero era molto più forte.
Pertanto decise di aspettare lì il ritorno di suo fratello.
Alla fine della giornata, prima dell’imbrunire Ìrókò ritornò dall’ interno della foresta portando con se gli animali cacciati. Egli li pose ai piedi dell’immenso albero propiziatorio dove aveva lasciato la borsa in cui teneva il suo armamentario per la caccia. Ore dopo, il buio avvolse tutta la foresta.
Ãbòyámã, restava nascosta, in attesa del momento in cui suo fratello avrebbe tolto il sangue agli animali.
Improvvisamente, molti uccelli dalle urla terrificanti cominciarono a svolazzare sulla cima dell’albero dove erano state depositate le carcasse degli animali.
Poco dopo, Ãbòyámã sdraiata sentì uno degli uccelli dire al fratello: “Perché non sei venuto da solo, come le volte precedenti?”
Ìróko rispose: “Ma sono venuto da solo “.
“Se sei venuto da solo come dici, allora chi è quella donna nascosto dietro i cespugli?’ Chiese l’uccello.
Ìróko udendo tali parole impallidì.
Completamente disorientato, guardò verso i cespugli, ma non vide nulla.
“Non so di quale donna tu stia parlando. Io non vedo nessuno dietro i cespugli” disse Ìróko guardando di nuovo nella direzione suggerita dall’ uccello.
“Mi riferisco a Ãbòyámã, tua sorella’” disse l’uccello. Proseguendo il discorso, l’uccello disse: “Lei ti ha seguito da quando hai lasciato la casa per la caccia. Vuole sapere il motivo per cui gli animali che cacci e porti a casa non hanno il sangue. Tu che ti nascosti dietro i cespugli, esci da lì immediatamente e vieni qui” continuò misteriosamente l’uccello.
Terrorizzata, Ãbòyámã uscì fuori dai cespugli. Quando Ìróko la vide, una strana forza gettò la sorella ai piedi dell’albero sacrificale.
“Perdono, Signora degli Uccelli (Iya mi eléeiye). Non sapevo che il sangue era per le signore” singhiozzò Ãbòyámã.
“Una donna indiscreta disprezza la sua famiglia. Procedendo in questo modo, lei ha dimostrato di non fidarsi di te, né di rispettarti. Dal momento che tu desideri vedere il sangue, lo vedrai in te stessa, come il flusso mestruale che non è stato eliminato dai tuoi genitali, a partire da oggi, fin quando sarai giovane, si vedrà ogni trenta lune in te stessa” commentò freddamente la Signora degli Uccelli “.

Fonte: http://candombles.blogspot.it/